Un conflitto iniziato sulla celebre Arca di Noè? Sembrerebbe di sì, almeno tenendo conto della tradizione. Gatti e topi sono spesso uniti da leggende che non fanno altro che rimarcare questo conflitto tra i due animali. Ma è davvero così?
C’è da dire subito che i primi ad allevare i nostri cari mici, furono gli antichi egizi, che li tenevano nei magazzini per proteggere dall’attacco dei roditori le grandi quantità di grano accumulato nel tempo. Tuttavia, il gatto non prova nessun odio particolare verso i topi, questo perché li considera prede naturali come, ad esempio, i piccoli rettili o gli uccelli. L’uomo, invece, prova spesso ostilità nei riguardi dei roditori, che spesso insidiano le sue riserve di cibo, e per questo ha sempre incoraggiato il gatto nel cacciarli.
Un luogo comune afferma che tenere il gatto un po’ a digiuno, sarebbe il modo migliore per fare di lui un cacciatore spietato di topi. In realtà, un gatto denutrito tende ad allargare il suo territorio e quindi ad andare a cacciare sempre più lontano dalla sua casa. Altra cosa è che, diversamente da queste “leggende”, il nostro amato felino non uccide i topi solo quando è affamato. Per il gatto, infatti, la caccia è una sorta di “divertimento”, un qualcosa di innato, di perfettamente naturale. E’ un predatore, e come tale prova piacere nell’inseguire, nel catturare la sua povera preda, in questo caso il topo.
Quindi, mai tenere troppo conto queste tradizioni, leggende (basti solo pensare a quelle che riguardano l’ostilità tra cani e gatti). La caccia fa parte dell’istinto del gatto ed il topo, chiaramente, rientra in una delle sue potenziali prede. Non c’è nessun tipo di “rancore”, “antipatia” fra i due. Vi è soltanto la dinamica naturale del predatore, il gatto, e della preda, il topo. Tutto qua.
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