La famiglia umana, lo possiamo dire, rappresenta per il cane un vero e proprio “branco”. Come c’è, però, bisogno di un branco, è essenziale anche la figura del cosiddetto capobranco.
In una famiglia è importante, ovviamente, che il “capobranco” sia l’umano ed è altrettanto importante che il cane gli riconosca questo specifico ruolo. Le regole vigenti in casa valgono, perciò, pure per il cane ma, allo stesso tempo, pure per il “capobranco”.
Non bisogna mai colpire il cane (ad esempio con un oggetto), questo perché l’animale deve imparare ad obbedire per rispetto e non per paura (purtroppo ci sono molti padroni che questo proprio non lo comprendono!).
Come si sviluppano le dinamiche del capobranco? Ecco un esempio in tal senso. Deve essere il capobranco a decidere quando si esce, quando si torna e quando, invece, ci si riposa. Per questo motivo, è il leader che esce per primo e rientra per primo. Tutti gli altri, quindi, cane compreso, seguono a ruota. Tuttavia esistono diversi cani che non riescono a mandare giù questo modo di fare del “capobranco” e, pur di uscire prima di noi dalla porta, farebbero qualsiasi cosa (questa è “lotta di classe”!).
Altra cosa, i giocattoli non sono del cane, ma del capobranco che glieli lascia per potersi divertire. Se, però, l’animale dovesse essere parecchio possessivo, è importante che i giocattoli non siano a sua completa disposizione tutto il giorno. È il “capobranco”, infatti che decide i tempi, pure quello dedicato al gioco. Discorso simili lo si può fare anche con la pappa. Il cane non deve pretendere e le persone di casa non possono essere, quindi, a sua completa disposizione. È sempre importante mostrare ruoli ben marcati, affinché non ci possano essere troppi dubbi per lui.
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